… è una filosofia, un’arte, il mezzo che consente la perfetta sinergia tra l’uomo e l’acqua, elemento vitale ma nel contempo alieno, terreno di sfida tra il pescatore e la preda.
Corso gratuito per principianti di approccio alla pesca a mosca, per imparate le tecniche di lancio essenziali. Il corso verrà eseguito sul prato e in acqua, spiegando le nozioni base della pesca a mosca quali: la conoscenza delle attrezzature, come impugnare la canna e l’esecuzione del lancio base. Per chi è sprovvisto, saranno disponibili delle attrezzature: (canna, mulinello, coda di topo e terminali). Se avete la vostra attrezzatura siete liberi di portarla.
Il corso è di avvicinamento alla pesca a mosca con dimostrazione pratica eseguita da Massimo Magliocco, ritenuto oggi uno dei maggiori esponenti di questa fantastica teccnica di lancio.
Data del corso: Domenica 19 settembre dalle ore 9:00 alle ore 13:00. Località: Subiaco: Via Carlo Alberto dalla Chiesa (Stazione Bus Cotral)
Evoluzione della tecnica di lancio nella pesca a mosca attraverso lo studio dei movimenti più adatti rispetto all’ambiente in cui ci troviamo – La TLF di Luigi Ferraro.
Con il passare degli anni la pesca a mosca ha sempre più ricoperto un ruolo importante nel settore della pesca di superficie in acque interne: torrenti, fiumi, laghi e mare, diventando col tempo una realtà, oggetto anche di studio. Non è mai stata trattata come uno sport, ma come una vera e propria disciplina, dalle diverse espressioni, anche dal punto di vista antropologico.
Quello che sorprende è come non sia mai rimasta costante nel tempo, ma abbia saputo cambiare col passare degli anni, continuando a migliorarsi. L’evoluzione della pesca a mosca, dai tempi del famoso libro di Frederic M. Halford “Dry-Fly Fishing in Theory and Practice” del 1889 ad oggi, è stata notevole. Questa tecnica ha saputo crescere e svilupparsi evolvendosi di pari passo con la creazione di nuovi materiali e di attrezzature sempre più tecnologiche.
Ma soprattutto si è evoluta grazie alla passione di persone che, con lo studio delle dinamiche del lancio, hanno saputo migliorare questa disciplina. Una realtà che ha contribuito a questa miglioria nel mondo della pesca a mosca e senz’altro Luigi Ferraro. Campano verace, ha vissuto la sua infanzia tra fiumi e mare, innamorandosi della natura circostante.
Definisce la pesca con la mosca “sinonimo di purezza, bellezza e poesia”. Ha sviluppato la sua tecnica di lancio incontaminata, la TLF, per risolvere effettive situazioni di pesca, quindi per necessità, per catturare il pesce più difficile e diffidente, non per fare spettacolo. Incontaminata perché non è stata influenzata da altre scuole di lancio e da istruttori o pseudo tali.
La sua tecnica di lancio con la mosca permette di posare in modo molto naturale l’artificiale nei posti più complicati da raggiungere, sotto la vegetazione, interessati dal dragaggio e dalle tensioni superficiali dell’acqua. Alla fine il risultato è anche bello da vedere, è incredibile e affascinante osservare questa coda di topo veloce, avanzare nell’aria senza attrito, con loop strettissimi e atterrare senza disturbare con precisione sull’acqua. Questo Luigi lo realizza utilizzando attrezzature molto leggere, canne corte e code di topo affusolate.
Fiumi e torrenti ricchi di vegetazione sono difficili da affrontare, ma con questa tecnica Luigi è riuscito ad adattare il lancio all’ambiente circostante, scegliendo quale tipo di lancio è più adatto al momento. Sembra facile, ma per realizzare tutto questo sono stati necessari anni di studio e infiniti test sul fiume.
La TLF è una tecnica che grazie ad un insieme di movimenti, porta un risultato efficace e vantaggioso. La sinergia del braccio destro con il sinistro, coordinato dal movimento del corpo rapido, ha permesso a Luigi di raggiungere risultati eccellenti. Tutto questo comunque non sarebbe stato possibile senza l’amore e la passione che Luigi ha per la pesca a mosca.
Di seguito un bel video didattico effettuato da Luigi Ferraro di tecnica di lancio con la mosca
In questo negozio di pesca a mosca online trovi tutto per l’abbigliamento tecnico, per la costruzione di mosche artificiali, code di topo, finali e fili di nylon e ovviamente canne e mulinelli.
Un negozio di pesca a mosca online, gestito in maniera impeccabile, fornito di tutte le migliori marche, creato per dare a tutti gli appassionati che praticano questa tecnica, prodotti di alta qualità. Questo negozio, fornitissimo e specializzato, è da anni un punto di riferimento nel settore “fly fishing”, oggi è anche uno shop online non solo per la vendita, ma anche per dare consigli su questa splendida tecnica di pesca. Da subito si intuisce, visitando il negozio sia fisicamente che online, che la passione del titolare Alessio è immensa, non trascura nulla, ed è sempre disponibile. Alessio non è un semplice commerciante, prima di tutto è un esperto pescatore a mosca che conosce a fondo questa pratica sportiva. Lo scopo che si propone è quello di diffondere questo tipo di pesca a chi è alla ricerca di un hobby emozionante, a stretto contatto con la natura. Ale&Fly offre anche un servizio guida di pesca per l’Italia Centrale, collabora con le migliori riviste del settore e organizza eventi e corsi di pesca a mosca. Visita il sito www.ale-fly.com
Il laghetto di San Benedetto è una meta classica per Subiaco. Consigli su dove parcheggiare e dove mangiare.
Il laghetto si trova ai piedi del Monastero di San Benedetto. Lo splendido e piccolo specchio d’acqua, ultimamente è meta di tanti turisti, quindi consigliamo di arrivare al mattino presto per trovare un parcheggio nelle vicinanze. In alternativa bisogna lasciare la propria auto più avanti, proseguendo per Via dei Monasteri, al parcheggio del Monastero di Santa Scolastica. Molti parcheggiano lungo la strada che porta ai Monasteri, creando un notevole disagio per il traffico locale (evitate di farlo!). Comunque ci sono sempre i Vigili del Comune di Subiaco che regolano il traffico e danno istruzioni per dove parcheggiare. Per arrivare al laghetto è necessario scendere su un sentiero guidato. Ci sono gli operatori che, dopo aver fatto pagare un ticket d’ingresso di € 1,50, indicano il percorso da seguire. Il ticket è stato introdotto da poco dal Comune di Subiaco per garantire gli interventi di sistemazione del sito. C’è una bella area attrezzata con tavoli e panchine, un barbeque a legna e servizi igienici. Gli ingressi sono regolamentati per permettere a tutti di vedere lo splendido Laghetto di San Benedetto. Dove mangiare? Se non avete portato il pranzo al sacco, in zona ci sono diversi ristoranti . Noi consigliamo, visto il contesto della gita, di andare a pranzo all'”Agriturismo Colle Tocci” e ordinare un bel piatto di “Ndremmappi” ! (si consiglia la prenotazione).
Dal Libro di Ferdinand Gregorovius “Passeggiate per l’Italia” Vol.2
“Benedetto nacque a Nursia nella Valeria nell’anno 480, ed all’età di quattordici anni venne a Roma, per iniziarsi agli studî di umanità. Ma presto, assalito dalla brama della solitudine, cominciò ad errare per i deserti monti Simbruini, e qui visse, in una caverna, assorto in estatiche meditazioni.”
“Il luogo si chiamava Sublacus, ed era noto anche a Plinio per una bella villa di Nerone, il quale aveva fatto, sbarrando con una arginatura l’Aniene, costruire quivi tre laghetti artificiali, per pescarvi le trote con reti d’oro. Queste trote sono ancora famose come al tempo di Nerone, ma i laghetti durante il medio evo scomparvero”
“Al tempo in cui il giovane romito viveva lassù, non esisteva ancora la città di Subiaco; però sulle rovine della villa di Nerone era sorto un chiostro dedicato a S. Clemente, ed uno de’ suoi monaci, di nome Romano, soleva ogni giorno portare del cibo alla grotta del giovane Benedetto.
Un bel video del Maestro Istruttore Christopher Rownes, girato dul fiume Dubs tra Francia e Svizzera, dove fa una panoramica del suo stile di lancio, con loop molto belli.
Castel di Sangro la pesca a mosca e il Ristorante Reale Una bella giornata a Castel di Sangro tra ricordi di pesca e un fantastico pranzo al Ristorante Reale di Cristiana Niko Romito Dopo tanti anni sono tornato a Castel di Sangro, una splendida cittadina abruzzese, dove ho pescato molte volte diverso tempo fa, nel fiume che la attraversa. Ricordo le giornate passate a lanciare, facendo delle belle catture e quattro chiacchiere con pescatori, anche istruttori di pesca a mosca, che incontravo. Qui, infatti, c’era e c’è tutt’oggi, la “Scuola Italiana di Pesca a Mosca”. Sono tornato in questi magnifici posti grazie a mio figlio e alla sua passione per la cucina. Lavorando come cuoco in un ristorante importante, voleva fare un’esperienza di un certo livello per arricchire le sue conoscenze; quindi ha prenotato qui a Castel di Sangro, dove si trova uno dei ristoranti più importanti d’Italia, il Ristorante Reale di Cristiana e Niko Romito, tre stelle Michelin. La giornata era caldissima, (questa estate verrà ricordata come una delle più calde di sempre), sulle sponde del fiume non c’era nessuno, soltanto un pescatore abbiamo visto da lontano che lanciava facendo dei loop molto belli. Le trote si vedevano facilmente dal Ponte della Maddalena, stavano quasi ferme, li, in attesa. Dopo aver fatto sosta in altri luoghi che ricordavo, raccontando a mio figlio delle belle trote pescate con gli amici, siamo andati a pranzo. Io non sono mai stato in ristoranti di questo livello, quindi ero molto curioso. Mio figlio essendo stato già in altri ristoranti stellati italiani, mi diceva: vedrai sarà un’esperienza unica. Aveva ragione, tutte le portate sono state una sorpresa, sapori che non avevo mai provato prima, un’esplosione di profumi con un abbinamento di vini fantastico. Non dimenticherò mai questa bella giornata con mio figlio e questo favoloso pranzo, lo Chef Niko Romito ha realizzato nel cuore dell’Abruzzo una splendida realtà che richiama gente da tutto il mondo.
Il pranzo al Ristorante Reale di Cristiana e Niko Romito Il seguente menù è stato abbinato a ottimi vini, selezionati con gran cura e attenzione dal sommelier Giovanni Sinesi. Le portate sono state tutte servite e spiegate ad arte dal personale di sala, in particolare dalla Sig.ra Cristiana Romito.
Soffice di pistacchio salato, ravanello marinato, pane ragu, pomodoro arrostito e glassato al miele, patata sotto la cenere
Sedano, carota, cipolla, olio d’oliva e salvia
Misticanza alcolica e mandorla
Spigola, capperi e prezzemolo
Anguria e pomodoro
Assoluto di cipolla, parmigiano e zafferano tostato
Il pane con lievito madre
Pancetta e sedano rapa
Lenticchie, nocciola e aglio
Tortelli con pollo
Melanzana, caramello di pesca e pomodoro
Melanzana, caramello di pesca e pomodoro
Fettuccine tiepide di semola con gamberi rossi e pepe rosa
Piccione fondente e pistacchio
Granita di liquirizia con aceto bianco, cioccolato bianco con aceto balsamico
Cioccolato, pesca e fichi al sale
Tratto di pesca a mosca vicino al Ponte della Maddalena
Il nostro percorso permette di arrivare a piedi ai complessi architettonici dei Monasteri di S. Scolastica e di S. Benedetto. Si percorre l’antica strada pedonale che si distacca dalla Provinciale 45/a dopo la rotonda di S. Mauro; questo tempietto venne eretto per ricordare un miracolo di S. Benedetto, che fece camminare Mauro sulle acque del lago di Nerone per salvare Placido che stava annegando. Ci distacchiamo dai resti della Villa di Nerone imboccando la pedonale che ci offre la vista della Cappella di San Clemente, eretta sui ruderi nel 1484 per ricordare che lì S. Benedetto costruì il suo primo monastero. Proseguendo ci appare una quercia maestosa e secolare, che rimane nei ricordi dei bambini per la legenda del tesoro nascosto dai briganti. Incontriamo l’Oratorio della Madonna dell’Oro, chiesetta romantica, piccola, ma con bella impostazione architettonica. Tagliamo la provinciale e arriviamo al Protocenobio di S. Scolastica. E’ il più antico monastero benedettino; l’intero complesso costruito in epoche diverse si percorre attraverso i tre chiostri (rinascimentale, gotico, cosmatesco) per giungere nella chiesa neoclassica di G. Quarenghi, sormontata dal campanile Romanico (1052). Qui nacque la prima stampa italiana con le opere di Lattanzio (1465) dai tedeschi Sweynheim e Pannartz. Dopo aver visitato il monastero di S. Scolastica si prosegue costeggiando la Chiesetta di Santa Crocella, costruita nel luogo dove il giovane Benedettino fu rivestito dell’abito anacoretico da S. Romano per eremitare nello Speco. Riprendiamo il percorso tra tornanti che ci permettono di godere gli ampi paesaggi dell’Alta Valle dell’Aniene da far rimanere senza fiato. Si arriva all’ingresso del boschetto dei Lecci determinato da un arco gotico con, ai lati, due cappelline. Il viale, percorrendolo nei suoi 200 metri, si conclude ai piedi di un angusta scaletta che ci porta al piazzale antistante il Monastero di S. Benedetto, che si apre su uno scenario della Valle dell’Aniene incontaminato e affascinante. Il monastero è stato costruito addosso alla roccia che contiene la grotta (Sacro Speco) dove S. Benedetto visse per tre anni in eremitaggio. Il complesso è formato da due chiese sovrastanti; l’insieme è composto da ambienti scenograficamente unici, rivestiti da affreschi di scuola senese e scuola umbra; nella grotta si può ammirare la bella scultura di S. Benedetto, opera dello scultore ticinese Raggi. Terminata la visita del Sacro Speco, mediante un agevole viale si giunge al Torrione dove si gode la vista della vallata di Subiaco con, all’orizzonte, gli innumerevoli paesi arroccati e quasi guardinghi al sottostante fiume Aniene. Testo di: Giorgio Orlandi
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